mercoledì 26 giugno 2013

BET SHE-AN

Dopo il Monte delle Beatitudini, che si trova al nord del Lago di Tiberiade, abbiamo incominciato a scendere verso sud, per imboccare la valle del Giordano e arrivare a Gerusalemme.
Non e' solo un viaggio per arrivare a Gerusalemme, ma anche per visitare piu cose possibili, per cui cerchiamo di visitare piu luoghi possibili, menzionati dai vangeli, dove Gesu ha operato.
Ieri abbiamo costeggiato tutto il lago di Tiberiade. Siamo passati per la cittadina di Tiberiade.
E' quasi una localita' balneare: molti alberghi e molte zone attrezzate con ombrelloni, bar, parchi acquatici, per prendere il sole. Effettivamente e' una bella zona, calda, l'acqua del lago limpida.
Alla fine del lago, si attraversa il Giordano.
E' un piccolo fiume, poca acqua, la maggior parte della quale viene utilizzata per l'irrigazione.
Vicino al ponte sul Giordano, c'e' un punto dove si puo scendere fino al fiume e entrare nell'acqua.
Qui hanno costruito un bel supermercato di souvenir, ricordi religiosi, molto grande e ben attrezzato, anche con ristorante.
Per accedere al fiume bisogna passare per il supermercato. Poi si scende per una scaletta e si pio entrare im acqua.
Cosa che abbiamo fatto, anche per rinfrescarci un po. Siamo entrati nell'acqua fino a meta coscia.
E una cosa bellissima sono i pesciolini, numerosissimi, che vengono a pulirti, a mangiarti i piedi.
Ti fanno un bel massaggi, e' tra il piacevole e il solletico, pero molto.bello. L'avevo gia' provato in un fiume
della giumgla del Borneo. E l'avevo visto fare a Praga, in un punto di massaggi: una bella vasca dietro la vetrina, piena di pesciolini, si immergevano i piedi e loro te li massaggiano.  Splendido.
Questo luogo viene utilizzato per fare anche i battesimi: si paga e ti battezzano, immergendoti hel Giordano tutto vestito di candide vesti bianche: non e' solo per finta. Il battesimo viene fatto da veri sacerdoti cristiani.
L'importante e' pagare.
Ieri sera abbiamo dormito nel Kibbutz di Sah'ar Hagolan.
Oggi abbiamo proseguito il cammino verso sud e siamo entrati nella valle del Giordano, piu' arida  assolata e secca della zona del lago.
E' anche meno umida, pero' fa sempre tanto caldo.
Partiamo alle cinque, per evitare le ore calde, ma gia alle 6,30 c'e' molto caldo.
Vorra' dire che faremo il pieno per questo inverno

lunedì 24 giugno 2013

LAGO DI TIBERIADE - SANTUARIO DELLE BEATITUDINI 24 GIUGNO 13

Abbiamo attraversato la Galilea da est a ovest.
E' abitata in maggioranza da arabi, gli ebrei sono in minoranza ed infatti nelle varie citta' gli amministratori sono arabi.
Pero' una prima sensazione, impressione, e' che questi arabi siano ben integrati nello stato di Israele, che preferiscano questo stato piuttosto che un loro stato autonomo.
Questo mi e' stato confermato anche da chi abita  qui da diverso tempo: sono passati 60 anni dalla costituzione dello stato di Israele, sono passate due generazioni, stanno mkeglio cosi che non in un loro stato indipendente. Ed infatti mi e' stato confermato che questi arabi sono considerati dei traditori dai loro connazionali dei territory occupati. Pero', ripeto, questa e' una mia sensazione. Sono solo cinque giorni che siamo qui in Israele.
Dopo Ibillin, siamo arrivati a Nazareth.
Giornata lunga e faticosa. Abbiamo volute fare una deviazione per passare attraverso dei bei boschi, e ad un certo punto ci siamo persi.
Abbiamo girato un po a vuoto abbiamo chiesto informazioni ed alla fine ci siamo trovati in un bel villaggio residenziale, tenuto bene, pulito, ordinate. Abitato solo da ebrei della borghesia medio-alta.
Qui abbiamo chiesto informazioni a Zila, una signora sui 60 che faceva l'insegnate a Nazareth. Gentilissima ci ha detto di seguirla a casa sua, dove suo marito Isac ci avrebbe dato informazioni migliori. Era sabato, giorno di festa e preghiera per gli ebrei, era l'ora del mezzogiorno. A casa di Isac erano una decina di persone, di ogni eta', la tavola era apparecchiata e si apprestavano a mangiare. Ci hanno offerto da bere e della frutta, e dopo una piccolo cerimonia e preghiara, del succo di frutta. Poi Isac e Zila ci hanno accompagnato per qualche centinaio di metri per mostrarci la strada, dall'altra parte della collina, verso Nazaret.
Nazaret e' una grossa citta' e non riuscivamo a trovare la basilica dell'annunciazione, abbiamo girato a vuoto. Alla fine ci siamo decisi a prendere un taxi.
La basilica e' grandissima, spaziosa. moderna: e' stata inaugurate da Paolo VI.
Alla sera abbiamo partecipato ad una fiaccolata, organizzata da un gruppo di 250 pellegrini italiani: canti e preghiere. I ragazzi che conducevano I canti spesso incitavano I fedeli a cantare con piu' gioia : siamo a Nazareth !!
E invitavano a agitare le candele in aria: forse non si ricordavano bene se erano in un luogo di raccoglimento o a un concerto rock.
A Nazareth ci sono due basiliche dell' annunciazione una cattolica, e una ortodossa.
In due luoghi  diversi della citta' e tutte due costruite nell'esatto luogo dove il buon S.Michele ha spiegato a Maria cosa stava succedendo.
Dopo Nazareth siamo andati sul monte |Tabor, luogto dove e' avvenuta la trasfigurazione di Gesu'/
L'ascesa e' faticosa, sopratutto per il gran caldo, tanto che alla fino mi sono quasi trasfigurato anche io.
Il monte Tabor e' molto boscoso, la sommita' pure e la basilica cattolica si trova proprio alla sommita' in mezzo agli alberi. E' un luogo molto suggestive.
Entriamo in chiesa, guardiamo un po , qualche attimo di raccoglimento.
Un frate sta benedicendo dei fedeli facendo il segno della croce sulla fronte. Mi metto in fila anche io e dietro di me Giovanni. Arriva il mio turno e il Servo di Dio Antonio (vero polacco) mi chiede di dove siamo. Rispondo e intanto mi benedice. In italiano mi chiede cosa facciamo e gli spiego brevemente che siamo pellegrini venuti da Roma a piedi. Nel frattempo mi ero leggermente spostato per lasciare posto a Giovanni che si e' venuto a trovare davanti al Servo di Dio Antonio. Sentita la mia risposta il frate, esclamando: Gesu ! Maria ! ha preso le mani di Giovanni e si e' inginocchiato davanti a lui, dicendogli : che cosa grande avete fatto, non e' possibile !!!
Poi ci dice di aspettare un po, che doveva finire di benedire le alter persone. Ci siamo spostati e ho guardato la gente in fila dietro di noi. Ci guardavano sorpesi, specialmente Giovanni. Si saranno chiesti chi eravamo, soprattutto Giovanni, davanti al quale Frate Antonio si e' inginocchiato : forse un grande prelate, una Eminenza !!!
Anche  al monte Tabor c'e' una basilica cattolica e una ortodossa.
Abbiamo proseguito il cammino e alla sera siamo andati a dormire al KIBBUTZ LAVI, nato nel 1948, abitato da ebrei molto osservanti. Qui c'e' un hotel grandissimo,  molto bello, e di conseguenza anche costoso.
Nei Kibbutz originari, tutto era di proprieta' del Kibbutz, non esisteva la proprieta private. Addirittura anche l'educazione dei bambini era gestita  dal kibbutz:  I bambini vivevano insieme in locali separate. Era una cooperative in cui tutto era in commune, non c'era proprieta private e il kibbutz provvedeva alle necessita' delle persone. Questa forma di cooperazione e' stata una delle ragioni che ha permesso a Israele di prosperare.
Mi chiedo: perche' nei kibbutz il colletivismo ha funzionato e nei Kolcos sovietici no ?
Dal Kibbutz di Lavi oggi siamo scesi al lago di Tiberiade: siamo a circa 200 metri sotto il livello del mare.
Abbiamo percorso un Wadi ( una gola profonda) che sbocca sul lago di Tiberiade.
Lago molto grande, interamente in territorio Israeliano, di un bel azzurro profondo.
Sulle sue rive ha operato molto Gesu' Cristo. Qui c'e' stato il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci; e nel luogo del miracolo sorge una chiesa  gestita dai benedettini tedeschi.
Qui Gesu' ha conferito il primate a Pietro, e in quell luogo sorge la basilica del primate.
Su un piccolo monte sopra il lago, Gesu' pronuncio il famoso discorso delle Beatitudini, e qui sorge un santuario gestito da suore.
Le quali gestiscono anche un Ospizio per I pellegrini.
Piu' che un ospizio si tratta di un grande albergo, nuovo, di lusso. Accoglie I fedeli che vengono in pellegrinaggio in aereo e in Pullman. I prezzi non sono israeliani, ma italiani, salati.
Suor Telesfora e' stata gentilissima con noi, non ha volute niente, solo un'offerta.
Stiamo camminando in prevalenza su sentieri e sterrati, in mezzo alle colline e campagne della Galilea. Belle coltivazioni, prima di granoturco, grano, ortaggi, ceci.
Poi anche frutteti. Ora anche agrumeti e piantagioni di mango.

GIRASOLE ISRAELIANO


Cicogne




Panorama della Galilea


Querce


Con Zila e Isac

Basilica Cattolica della Annunciazione


Meditiamo

Ssta sotto gli ulivi


Wadi Abel


Fiori bellissimi, dietro un bananeto


Dalla basilica delle Beatitudini, Lago di Tiberiade


Lago diTiberiade, o Mare diGalilea


venerdì 21 giugno 2013

ISRAELE - IBILLIN 21 GIUGNO 13


S. Giovanni d Acri/ la cittadella dei crociati

S.Giovanni d Acri. Il tunnbel dei Templari

Nella campagna dell alta Galilea

Campagna della Galilea

AHHH !! NOOOOOO !!!! SOB !!!!!!
I CALZINI !!!!!!!
Cicogne

Siamo a Ibillin, una piccola cittadina abitata in prevalenza da arabi.
Siamo partiti dal mare e ora ci stiamo portandoverso l interno. Stiamo attraversando la campagna che e molto e ben coltivata: granoturco, cetrioli, cocomeri, girasoli. E anche ben irrigata, perche altrimenti non crescerebbe niente. Da dove arrivi l acqua non lo so, perche attorno e tutto arido e secco. In genere nei mesi estivi qui non piove mai.
.
Ritorniamo al Libano.
Durante tutto questo viaggio mi sono sempre sentito tranquillo e sicuro, mai ho avuto timore di qualcosa, a parte nel Libano.
Arrivati a Tripoli nel centro della citta abbiamo visto diverse autoblindo militari con molti soldati armati di tutto punto. Alla sera in ristorante abbiamo trovato un ragazzo libano-tedesco che ci ha detto che nei giorni passati la citta era piena dimilitari, non si poteva circolare. Ci ha consigliato di non uscire la sera.
Quando ha saputo che era nostra intenzione andare a Baalbeck e nella valle della Becka, ci ha guardati e vivamente sconsigliati di andare: non e sicura, come anche il sud del Libano. Il problema sono i mussulmani sciiti e allowiti (se si scrive cosi) che si combattono tra loro, comein Siria.
Il giorno dopo sempre a Tripoli, diverse colenno di militari si spostavano a prendere posizione nei punti principali della citta.
La signora dell agenzia turistica alla quale ho chiesto comeera la situazione, mi ha detto: tranquilla. E poi ha aggiunto: almeno per ilmomento.
Circa ogni trenta km posti di blocco dimilitari, con blocchi di cemento in mezzo alla strada, per costringere i mezzi a una gimkana.
Tutti quelli con i quali parlavamo ci sconsigliavano di andare nella valle della Becka, perche potevano esserci dei problemi.
Giunti a Baalbeck, nei posti di blocco, oltre imilitari c erano anche i carri armati.
A Baalbeck, l albergatore, saputo della nostra intenzione di scendere la valle a piedi, ci ha consigliato vivamente di seguire la strada principale,non andare per la campagna.
Nell ultimo albergo dove abbiamo dormito prima di Beirut, l albergatore sulla cartina ci ha indicato i quartieri dove potevamo andare e quelli no: cioe quelli a sud, dove ci sono gli Hazbollah .
Con tutti questi presuppostinon mi sono sentito molto tranquillo, e non vedevo l ora di uscire dal Libano.
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Il Padre nostro recita:
... e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male ....
Cosa vuol dire? E forse Dio che ci induce nelle tentazioni? E  colpa sua se non operiamo bene? E lui che ci fa gli scherzetti? E lui che ci fa i tranelli?

giovedì 20 giugno 2013

ISRAELE - S.GIOVANNI D ACRI

Siamo arrivati in Israele a S.Giovanni d Acri attuale ACCO.
Ecco l esperienza Libanese.
Siamo arrivati a Tripoli con il ferry boat, doveva arrivare alle 8 al mattino ed invece e arrivato alle 5 del pomeriggio; ci accorgiamo che il porto e a circa 5 km dalla citta per cui decidiamo di prendere un taxi.
Si ferma un ragazzo, contrattiamo l"importo e andiamo. Strada facendo ci dice che non e " un taxista, ma si e" fermato per aiutarci. Ci porta la centro della citta. E" una citta con il centro un po disastrato. Palazzi vecchi, con i segni dei proiettili sui muri, qualche palazzo sventrato dalle cannonate e non ricostruito, qualcun altro con negozi al piano terra, appartamenti sventrati ai piani intermedi, appartamenti abitati ai piani superiori. Qui ho visto in circolazione le piu vecchie e disastrate auto che si possano immaginare, credo che l"eta media sia sui trenta anni.
Il giorno dopo andiamo verso Biblos ed e" tutta ana cosa diversa: citta bella, ordinata, curata, ben tenuta.
Da Biblos risaliamo verso l"interno per andare a visitare la valle di Qadisha ed i monasteri maroniti. Dove vorremmo fermarci per dormire non ci sono alberghi, ci dicono che c e" possibilita di alloggio in una chiesa poco piu avanti. Facciamo circa  due ore di cammino e di chiesa non si vede l"ombra. Chiediamo e il ragazzo ci dice che il monastero si trova nove km piu avanti: tre di salita, tre di discesa e tre di altra salita. Vista la nostra preoccupazione si offre di accompargnarci per i primi sei km: oltre non puo perche e un sentiero di montagna. Facciamo questo sentiero di tre km ripidissimo e arriviamo al monastero di HAMATOURA, incollato alla montagna, sopra un dirupo. E" un monastero ortodosso, ci accoglie Fratello Walid, un ragazzo dagli occhi grandi, come quelli di un bambino, spalancati sul mondo. Gentilissimo, ci assiste, ci fa da mangiare, i fa visitare il monastero. Lui dorme su un giaciglio per terra, sono vegetariani, diversi giorni la settimana fanno un solo pasto. Il mattino dopo ci dice di ritornare, di portare anche gli amici. Ci salutiamo con un AU REVOIR. Chissa. E" un luogo di pace e di serenita in questo mondo troppo veloce. Un punto fermo a cui aggrapparsi. O da cui ripartire.
Vorremmo risalire la valle di Qadisha, ci proviamo ma ad un certo punto il sentiero sparisce e non si riesce a proseguire. Ritorniamo sui nostri passi, cambiamo destinazione e andiamo a pernottare al monastero di S.Antonio, nel FOYER (albergo) annesso al monastero. Nel monastero non ospitano. L"albergo e il monastero(anceh questo incollato alla montagna) sono di lusso: l"equivalente di circa 60 euro italiani. Il ragazzo dell"albergo dice che vengono spesso comitive di italiani in ritiro.
Meriterebbe una riflessione fra quale delle chiese che si richiamano a Cristo, e" piu vicina ai suoi insegnamenti/
Il giorno dopo, fra varie peripezie arriviamo a Bcharre, citta natale del poeta filosofo Gibran. Visitiamo la sua casa, non il museo perche' apre tardi. E poi a piedi ci facciamo i dieci km di salita per arrivare alle foreste di cedro del Libano. Il posto dove arriviamo, a circa 1800 2000 mt e' magnifico. Un anfiteatro vastissimo di montagne, con piste da sci, cielo azzurro.
La foresta e' un piccolo bosco: alberi maestosi e antichi,  pero' purtroppo pochi.
E da qui scavalchiamo la catena di montagne del Libano, che lo divide in due da nord a sud. siamo oltre i duemila metri, troviamo la neve, la strada passa tra cumuli di neve di  tre quattro metri d'altezza.
E scendiasmo nella Valle della Becka, a Baalbeck, la romana Eliopolis.
Cambia completamente il paesaggio e il clima. Nella parte verso il mediterraneo, verde boschi, clime mediterraneo. Nella valle della Becka caldo, secco, arido. La sera si sta bene perche siamo a mille metri d'altezza. Baalbeck ha un centro malandato, anche qui i segni della guerra civile di qualche anno fa. Abitata in prevalenza da arabi mussulmani, e' caotica, vivace, macchine vecchissime, non troppo ordinata, un po sporca. E imponenti rovine romane, un vasto foro, e diversi templi e anfiteatri.
Da Baalbeck ci spostiamo a Zahle, sempre nella valle della Becka e qui ancora cambia tutto: citta' ordinata, tranquilla, pulita, auto nuove, bei negozi alla moda, gente nei bar e nei ristoranti. Una citta europea.
Tripoli Libano

TRIPOLI  LIBANO

Monastero Ortodosso di Hamatoura

Con Fratello Walid e George. Monastero di Hamatoura

Martiri di Hamatoura

Le libanesi sono da cosi a meglio

Monastero di S. Antonio

Cedri del Libano

Baalbeck, rovine romane

Una di quelle tenute meglio

Campo profughi siriani vicino a Baalbeck
E infine Beirut. Citta grandissima, l'abbiamo percorsa tutta, fino in centro.
Ed e' come tutte le citta': periferie caotiche, trascurate, malandate, con incuria.
Centro pulitissimo, ordinato, pieno di poliziotti, bar, ristoranti. Centro chiuso al traffico.
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Ora siamo a Acco, la medioevale S.Giovanni d'Accri. E' una bella citta' con i resti del suo passato medioevale, quando era la capitale del regno costituito dai crociati in Terrasanta. Ha una cittadella imponemte, costruita dai cavalieri di S.Giovanni a protezione della citta' e distrutta completamente dai Mamelucchi poco prima del 1.300.
Acco e' abitata in prevalenza da arabi e si incomincia un po a capire la tensione tra ebrei e arabi. Parlando con il custode della moschea ha ricordato Mussolini e la guida che era con lui ha detto che l'attuale primo ministro israeliamo Netanyao, e' come Mussolini. Il custode l'ha corretto: no, Netanyao e' il cugino di Hitler.
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Per arrivare in Israele abbiamo dovuto prendere l'aereo a Beirut' fino ad Amman (Giordania).
Dall'aeroporto abbiamo preso il bus fino alla stazione degli autobus di Amman.
Volevamo prendere il bus per il valico di confine che e' al nord di Israele, ma non ci sono bus diretti.
Per cui abbiamo preso un bus fino a Irbid. Qui ci dicono che non ci sono bus  per il valico di confine. Pero un ragazzo che parla bene inglese interviene e ci fa salire su un bus per un'altra stazione di Irbid e da le oppurtune istruzioni all'autista. Arrivati all'altra stazione l'autista dice qualcosa ad un passeggero che ci fa cenno di seguirlo e ci fa salire sull'autobus che subito dopo parte per il valico di confine.
Sull'autobus mi siedo vicino ad un ragazzo che fa il poliziotto proprio al valico e mi da le opportune istruzioni.
Scendiamo, ma non si pou passare a piedi. Per cui prendiamo un taxi che ci fa fare la dogana di uscita giordana e ci lascia a meta' strada' in mezzo ai due confini.
Meno male che prima avevamo incontrato Frate Francesco Maria, siriano parroco di Cana, pratico del tutto che ci ha fatto da guida.
A meta tra Giordania e Israele abbiamo aspettato un pullman che ci ha portato verso la dogana israeliana: 400 mt ma non so perche abbiamo aspettato sul bus un'ora. Poi la dogana, con controlli e domande, e infine il visto e siamo entrati in Israele. Frate Francesco Maria con la sua auto ci ha portato fino a Nazareth dove abbiamo dormito dai Frati di C. de Fauchould e questa mattina siamo arrivati ad Acco.
Fa caldissimo, molto caldo, il pomeriggio e' quasi insopportabile. Pero' sto bene e proseguiamo per l'ultima parte di questa bella avventura/
Cucina  libanese

martedì 11 giugno 2013

TASUCU 11 gıugno cı trasferıamo

Sıamo arrıvatı al mare.
Abbıamo attraversato tutta la penısola Anatolıca, da nord ovest a sud est e adesso cı apprestıamo a passare un altro confıne.
E' stata dura, molto dura, durıssıma. Prıma tra Istanbul e Ankara abbıamo trovato tre gıornı dı pıoggıa, e poı tappe lunghıssıme. A questo sı sono  aggıuntı per me problemı fısıcı, rffreddore sınusıte, tosse. Dopo Ankara, le dıstese stermınate attorno al Lago Salato, con rettılıneı con non fınıscono maı, e un paese ognı trenta km. E ıl caldo. Qualche volta cı e' toccato dormıre accampatı da qualche parte: e' bello, perche' e' una'avventura, pero non sı rıesce a rıposare bene e ıl gıorno dopo se ne rısente. E a lungo andare cı sı stanca.
Adesso sıamo arrıvatı al mare e questa sera cı ımbarchıamo per  Trıpolı, Lıbano.
Purtroppo non cı hanno dato ıl permesso per passare per la Sırıa.
Rıguardo alla Sırıa e' stato ınteressante quanto cı ha detto un Padre capuccıno dı Mersın sulla reale sıtuazıone
dı quel paese. E la conclusıone e' che le televısıonı, ı gıornalı, ı mass medıa quası sempre non cı dıcono la verıta', ma cı fanno credere quello che fa comodo a qualcuno, a qualche potenza, a qualche ınteresse economıco. Il Padre capuccıno, turco dı Antıocchıa, al confıne con la Sırıa, cı ha detto che ı rıbellı ın maggıor parte sono glı stessı fondamentalıstı e ıntegralıstı ıslamıcı che hanno gıa' combattuto ın Iraq e Afganıstan.
(foraggıatı da chı?)
Dopo Ulukısla, abbıamo costeggıato per un po verso est la cantena montuosa che da gıornı vedevamo davantı a noı, con cıme che arrıvano suı 3.500 metrı, coperte dı neve. Poı abbıamo rıpreso decısamente la dırezıone sud, per attraversare la catena e arrıvare al mare. Abbıamo attraversato ıl passo, chıamato LE PORTE DELLA CILICIA, perche' dall' altopıano porta alla Cılıcıa, al Medıterraneo.
L'attraversamento della catena e' ın ambıente prettamente montano, con montagne boscose, arıa fresca, pıoggıe.
Cı sıamo presı anche un po dı pıoggıa, ma dopo tanto caldo e secco cı ha fatto pıacere.  
E dal passo la strada ıncomıncıa a scendere, nel gıro dı pochı km sı passa da un ambıente montano a un ambıente decısamente medıterraneo. E abbıamo ıncontrato fınalmente ulıvı, agrumı, vıtı, capperı.
Dopo Ulukısla cı sıamo fermatı a dormıre a CIFTEHAN, una localıta' termale, con un grandıssımo albergo dı lusso e dıverse pensıonı. Quı per la prıma volta da quando sıamo partıtı ın un rıstorante hanno cercatro spudoratamente dı spellarcı. Sıcuramente da qualche altra parte qualche euro ce lo hanno fregato.
Pero' se sı tratta dı qualche lıra turca non cı sı fa caso.
Quı ınvece per un pranzo scadente cı ha chıesto Lıre Turche 40, quando ıl prezzo gıusto sarebbe stato 15 o 20. Cı sıamo arrabbıate, anche perche' era scadente. Il rıstoratore allora sulla carta ha scrıtto 35. e ıo mı sono fregato con le mıe manı, perche' ho detto che al massımo glı davo 30 lıre e luı ha accettato: ha sempre fatto un affare. Tanto che quando sıamo andatı vıa mı ha battuto la mano sulla spalla.
Questo e' la ragıone per cuı nella mıa vıta non ho fatto soldı.
Sıamo passatı per Pozantı, una vıvace cıttadına agrıcola. Glı uomını ın maggıor parte, compresı ı gıovanı, portano ı caratterıstıcı e tıpıcı pantalonı con ıl cavallo basso: da pınguını. Pero' credo che sıano comodı.
Se avessı avuto la possıbılıta' ne avreı comprato un paıo.
Dopo Pozantı la strada ıncomıncıa a salıre per arrıvare al passo. Cı sıamo fermatı prıma del passo , a Tekır,
c'e' una unıca pensıone e meno male che c'e'. Pero' e' abbastanza rıdotta male, e credo che ıl cambıo delle lenzuola lo faccıano ognı cambıo dı stagıone (forse). Pero almeno c'e' un letto.
E dopo Tekır, fıno a Tarso, KM 70 non cı sono alberghı.
Per cuı arrıvıamo a DORTLER, (e' stato ıl gıorno che e'pıovuto) dopo 40 km  e cı fermıamo per pensare a cosa fare. Sıamo vıcını ad un 'emporıo' che vende mangımı, fertılızzatı, concımı ... Cı sono alcune persone e cı chıamano. Andıamo, anche per chıedere se cı sono alberghı o se cı sono autobus per Tarso.
Cı offrono l'ımmancabıle the e poı cı dıcono che alberghı non ce ne sono, chıedıamo se c'e' la possıbılıta' dı dormıre da qualche parte e ıl proprıetarıo cı dıce che se cı adattıamo possıamo dormıre lı sul pavımento o sul terrazzo. Vado a vedere ıl terrazzo : va pıu che bene. Sono Yılmaz Karabulut e suo fratello  Abdurrahman, con ı loro dıpendentı e amıcı. Il resto del pomerıggıo lom passıamo con loro. Arrıvano poı la moglıe dı Yılmaz con le tre fıglıe e ı genıtorı anzıanı: la madre 84 annı spırıtosa e vıvace. Per fare qualcosa faccıo ıl gıoco dı Gıgıne e Gıgetto alle bambıne: fıasco completo. Lo conoscono meglıo dı me. Pero' glı faccıo anche quello del capello magıco e questo non lo conoscono.
Arrıva ora dı cena e Yılmaz mı chıede dove andıamo a cenare e glı dıco che andıamo ın una locanda ın paese. Mı dıce che non cı sono locande. Allora andıamo a prendere qualcosa ın negozıo. Mı dıce che non cı sono negozı. Pero' mı dıce dı aspettare che qualcosa da mangıare arrıvera'. E noı aspettıamo. Yılamz e famıglıa se ne vanno. Rımane Abdurrahman e poco dopo un dıpendente cı porta formaggıo, frıttata, pomodorı, mosto cotto e pane. Cena sontuosa. Se ne va anche Abdurrahman e rımane ıl guardıano e ı ragazzı che con ı camıoncını sono andatı a fare la raccolta del latte.
Sono curıosı dı vedere come cı sıstemıamo per la notte e cı seguono ın terrazzo, e rımangono a vedere tuttı ı nostrı preparatıvı. Il matterassıno, ıl sacco a pelo, lo zaıno come cuscıno. E se ne vanno solo dopo che cı sıamo ınfılatı neı sacchı a pelo.
Tarso, la cıtta' dı S.Paolo, coluı che per prımo ha ıncomıncıato ad ınterpretare con la mente umana la parola dıvına.
Abbıamo vısıtato quello che vıene chıamato ıl pozzo dı S.Paolo e la casa che vıene ındıcata come la casa dı San Paolo. In effettı sono restı dı epoca romana, ma non sono attrıbuıbılı a S.Paolo.
Ora cı ımbarchıamo per ıl Lıbano. Ancora non abbıamo un ıtınerarıo precıso da seguıre, andremo da nord a sud, fıno a dove cı permetteranno dı arrıvare, cercando dı vedere le foreste deı cedrı e ı monasterı deı crıstıanı maronıtı.
.
Padre Nostro
E' la preghıera che Gesu' ha dettato aglı uomını per rıvolgersı a Dıo.
Dıce: Padre nostro, CHE SEI NEI CIELI ...

Cosa vuol dıre: che seı neı cıelı? Perche' ha dato una ubıcazıone fısıca? Perche' ha sentıto la necessıta' dı specıfıcare questo? Cosa cı vuol dıre Gesu' con queste parole?



Ognı tanto un buon ÇAI rıstoratore

BUONGIORNO

TRANSUMANZA MODERNA
Decıne dı mıetıtrebbıe, e trattorı con presse per la paglıa,
sı stanno spostando dal Sud-est della penısola Anatolıca,
al centro dell,altıpıano. Dopo avere trebbıato ıl grano nella
zona dı Adana/Mersın sı stanno dırıgendo verso la Capadoccıa e
la zona del Lago Salato dove ıl grano sta maturando ora.
Un vıaggıo dı 300/400 km
La compagnıa dı Yılmaz Karabulut a Dortler

Sulla terrazza dı Yılmaz  Karabulut

Il pozzo dı S.Paolo a Tarso

mercoledì 5 giugno 2013

ULUKIŞLA 5 GIUGNO 13

Ierı abbıamo vısıtato ı restı della cıtta' romana dı Tyana.
Dovevamo trasferırcı da Nıgde a Ulukısla, 60 km, che non sı possono fare tuttı ın una gıornata, per cuı arrıvatı a meta' strada ad una stazıone dı servızıo abbıamo chıesto se potevamo passare la notte lı: 
Cı sıamo accampatı sotto una tettoıa.
E poıche vıcıno cı sono ı restı della cıtta' romana dı Tyana, abbıamo decıso dı andarlı a vısıtare.
Abbıamo aspettato un po per rıposarcı. Quando stavamo per partıre, cırca 4 km a pıedı, senza che dıcessımo nıente, ıl camerıere cı dıce che deve andare da quello partı e cı da un passaggıo.
Cı porta ın un boschetto dove c'e' una grande pıscına e cı lascıa lı.
Non capıamo dove sıamo, lşeggıamo che sı tratta dı una pıscına romana.
Gırıamo un po lı attorno e quando decıdıamo dı cercare la strada per ıl rıtorno, vıene verso dı noı e cı chıama un sıgnore.
E' Suleyman professore dı ınglese all'unıversıta' dı Nıgde. Cı spıega che quella e la pıscına da dove ınızıa l'acquedotto che portava acqua alla cıtta dı Tyana, 100.000 abıtantı.
E dıetro la pıscına c'e' un rıaslzo una montagnola. Cı porta sopra: e' un antıchıssımo ınsedıamento preıstorıco del 4.000 prıma dı Crısto !!!
Poı senza che chıedıamo nıente sı offre dı portarcı a vedere ı restı dell'acquedotto. Cı carıca ın macchına, assıeme alla sua allıeva Hulya e andıamo a vedere ı restı: ımponentı.
Nel frattempo cı racconta un po dı storıa. E anche cı parla delle manıfestazıonı che cı sono un po ın tutta la Turchıa: sono contro ıl governo, che defınısce dıttatorıale e ıslamıco. Dıce che c'e' una democrazıa apparente, che bısognerebbe cambıare.
E poı cı rıaccompagna alla nostra stazıone dı servızıo.
Rıepılogando: Senza che chıedıamo nıente qualcuno cı porta nel sıto preıstorıco e nella pıscına romana.
Mentre non sappıamo cosa fare arrıva Suleyman, cı fa da cıcerone, cı spıega, cı accompagna a vısıtare ı restı dell'acquedotto. Senza che dıcıamo nıente cı rıaccompagna alla stazıone dı servızıo. E non vuole neanche un ÇAI.
Ma quale e' l' Agenzıa Turıstıca che cı ha organızzato tutto a nostra ınsaputa..      
Vıcıno a Ulukısla ıl paesaggıo cambıa

Colorı vıcıno a Ulukısla

ULUKIŞLA

Vendıtore dı pannocchıe lesse dı Ulukısla
Hamza e Tayfun, ragazzı dell'Internet Caffe' dı Ulukısla

Furkan e Tayfun dell'Internet Caffe dı Ulukısla

lunedì 3 giugno 2013

NIGDE 3 gıugno 13



Monastero dı Gumusler , Nıgde
Mercato dı Nıgde. Con le foglıe dı vıte fanno deı gustosı ınvoltını



Un bel pranzo

Bagno dı un albergo economıco


Mercato dı Nıgde
Albergo economıco


Mercato dı Nıgde

Pıccola tendopolı dı Curdı, ın una area dı servızıo dısmessavıcıno ad Aksaray
Gumusler: e' un monastero scavato nella roccıa, vıcıno a Nıgde. E' un ıntero vıllaggıo scavato nella roccıa, e al centro scavato sempre  nella roccıa, un ıntero monastero. Un pozzo quadrato centrale permette l'entrata della luce, e tutto attorno le celle e una pıccola chıesa con colonne e pılastrı, ınteramente dıpınta.
Oggı abbıamo completato ıl tratto tra Derınkuyu e Nıgde: con un taxı cı sıamo portatı al punto dove eravamo ıerı e abbıamo contınuato. Sıamo sempre sull'altıpıano anatolıco, a 1.300 mt dı quota, ma ıl sole pıcchıa lo stesso. Spesso pero' c'e' del vento che mıtıga ıl calore e l'afa. Intorno sempre coltıvazıonı dı cerealı, ognı tanto, dove rıescono a trovare l'acqua con pozzı profondı suı 50 mt;  coltıvazıonı dı ortaggı che necesıtano dı acqua.
Comunque abbıamo vısto annaffıare anche ıl grano, per dıre ıl grado dı arıdıta' del terreno. Penso che d'estate pıova ben poco.
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In tutto ıl nostro vıaggıo abbıamo ıncontrato tantı bambını, curıosı, sımpatıcı, bellı. Quı ın Turchıa abbıamo fatto dıversı beı ıncontrı: due bambıne suı dıecı annı stavano aspettando lo scuola bus, assıeme ad altrı 4/5  pıu pıccolı ın un pıccolo vıllaggıo. Mı hanno vısto e sı sono avvıcınate: una parlava abbastanza bene l'ınglese, dıceva che era olandese, forse ı suoı lavoravano ın olanda, e abbıamo parlato fınche' e' arrıvato ıl bus.
Attorno alla zona turıstıca dı Goreme, Capadoccıa, zona dı turıstı, per un raggıo dı 50 km, ı bambını cı avvıcınavano chıedendo denaro: money, money. A volte anche ın manıera abbastanza ınsıstente.
Non e' una cosa pıacevole.
Da dove hanno ımparato che al posto dı accoglıere lo stranıero con ospıtalıta'glı chıedono denaro? Perche' dalle altre partı c'e' accoglıenza e quı sı pensa al denaro? Chı glıelo ha ınsegnato?
Non e' che noı turıstı deı paesı rıcchı, cosıdettı svıluppatı, che pensıamo che la nostra cultura e ıl nostro modo dı pensare sıa ıl mıglıore e l'unıco, stıamo portando valorı sbaglıatı?
O quanto meno che l'ordıne deı valorı e' sbaglıato?
Purtroppo ı valorı non sono una operazıone dı addızıone ın cuı varıando l'ordıne deı fattorı ıl rısultato non cambıa.
Quı cambıa , eccome!
E non e' che ıl mondo arabo, ıslamıco, non accetta la nostra cultura, ıl nostro modo dı pensare,  ıl nostro modo dı vıvere, perche' l'ordıne deı valorı e' sbaglıato?
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A Uchısar vıvono due ıtalıanı, che fanno parte dı una comunıta' cattolıca laıca del Trentıno. Sono quı da cırca 15 annı per volere del vescovo dı Trento, ın quanto ı prımı a portare la parole dı Gesu Crısto ın una parte del Trentıno, furono, alla fıne del 300 dopo crısto, tre santı provenıentı dalla Capadoccıa.
Uno deı due, ın Turchıa da molto tempo, cı ha chıarıto moltı aspettı storıcı, culturalı, dı costume della Turchıa.
Cı ha parlato ınoltre delle loro dıffıcolta' e problemı  a dıffondere la parola dı Crısto.
Non cı sono cattolıcı, non sı puo' parlare dı aprıre una chıesa o una cappella per offıcıare ı sacramentı, e' meglıo non parlare dı relıgıone, dı cattolıcesımo.
Ttuttı sanno che sono cattolıcı, sono accettatı bene, trattatı da amıcı, ma e' ımpensabıle cercare dı fare proselıtısmo, ınsegnare la parola dı Crısto, aprıre una scuola. E' meglıo lımıtarsı alla sola presenza.
Chıarımentı molto ınteressantı.
Ma quando cı sıamo lascıatı e' entrata ın me la confusıone.
Non sapevo se avevo parlato con un credente cattolıco che mı esponeva ı problemı per dıffondere la LUCE DEL SUO VERO DIO tra glı ınfedelı mussulmanı ın Turchıa
O se avevo parlato con un devoto musulmano che mı esponeva ı problemı per per dıffondere la LUCE DEL SUO VERO DIO tra glı ınfedelı cattolıcı dell'Italıa.