mercoledì 27 marzo 2013

SOLOPACA 26 marzo 2013

Siamo arrivati a Solopaca, vicino a Benevento; ieri eravamo ad ALIFE, per la precisione vicino ad Alife, al santuario della Madonna delle Grazie. Sono paesi che non conoscevo. Alife era una citta Sannitica, che ha dato i natali al condottiero che umiliò i romani  alle Forche Caudine (bisogna studiare un po di storia, fa sempre bene per capire da dove arriviamo).
Abbiamo attraversato la provincia di Caserta ed ora quella di Benevento; pensavo di trovare primavera inoltrata ed invece è ancora tutto fermo, solo i peschi sono in fiore, con questi bellissimi rettangoli di territorio di colore rosa. E anche i prugni sono in fiore, bei fiori bianchi. C'è una bella agricoltura, abbastanza florida, bei frutteti, moderni con irrigazione a goccia, campi di grano.E allevamenti di bufali,la famosa mozzarella di bufala campana. Sono allevati in condizioni pietose: sono chiusi in un recinto,abbastanza stretto, in parte coperto da una tettoia.  Con la pioggia e i loro  escrementi il recinto è ridotto ad un acquitrino in cui i bufali affondano fino a metà gamba. Sono completamente sporchi dei propri escrementi,perchè si coricano dove li fanno.
Strada facendo abbiamo parlato con un allevatore:  tengono solo le bufale femmine,per il latte. I maschi non servono a miente, perchè la carne non è apprezzata  e non riescono a venderli. Anche i vitelli maschi non riescono a venderli: non vi dico cosa fanno quando nasce un maschio. Ma cosi è la vita.
Ieri sera siamo stati ospitati al Santuario della Madonna delle Grazie ad Alife: hanno ricavato un piccolo ostello stile Cammino di Santiago: dormitorio, sala,cucina , Bagno. Bello. Ieri sera pioveva, e dovevamo andare in cerca di una pizzeria che ci avevano detto essere sulla statale: abbiamo sbagliato strada, e siamo andati a finire non sappiamo dove. La provvidenza ha voluto che trovassimo un automobilista che ci ha accompagnati fino al posto  dove dovevamo andare, sotto la pioggia.
Oggi siamo nella parrocchia di S.Mauro, qui a Solopaca, ieri sera era meglio, ma noi accettiamo sempre e completamente quello che ci viene offerto: è anche un allenamento mentale e del cuore ad accettare la vita e tutto quello che ci riserva.Mi sto convincendo che quello che arriva è sempre la cosa migliore per noi.
Sono in un Internet Point in un Centro Sociale, dove la gente gioca a carte, parla, socializza. Ci sono molti ragazzi giovani

sabato 23 marzo 2013

CEPRANO (FR) 23 MARZO 13

Finalmente è primavera, sono due giorni che camminiamo con il bel tempo, sole, caldo, senza problemi di freddo pioggia e maltempo vario. Sembra un sogno, si cammina molto meglio e con meno fatica, e ci si può godere la bellezza dei posti attraversati.
Dopo Roma, con Giovanni, abbiamo fatto tappe a Genzano, Artena, Anagni, Veroli e oggi Ceprano.
A Genzano abbiamo trovato una ospitalità veramente eccezionale presso l' istituto dei Padri Gesuiti, nella persona di Don Michele, una persona squisita.
Siamo arrivati ad Artena con la pioggia, gli ultimi 10 km. Ci hanno ospitato i Cappuccini, vicino al cimitero, e ci hanno dato quello che avevano: una stanza con alcune sedie e due tavoli;  abbiamo dormito con i sacchi a pelo sui tavoli. Siccome non c'era il riscaldamento, abbiamo acceso la stufa a legna che c'era, però durante la notte si è spenta e nonostante fossimo nel sacco a pelo tutti vestiti, abbiamo avuto freddo. In una parte del monastero c'è una casa di riposo e abbiamo chiesto al direttore, Antonio, se potevamo mettere i panni bagnati ad asciugare sui termo e se ci poteva dare qualcosa da mangiare per la cena: è stato gentilissimo. Abbiamo cenato con gli ospiti della casa di riposo e abbiamo conosciuto Stefano, Glauco, Ferdinando che ci ha voluto offrire anche un caffè.  
Ad Anagni siamo stati ospiti delle suore Cistercensi, che hanno il monastero nel palazzo di BONIFACIO VIII: chissà se abbiamo dormito nella stessa stanza del papa!
Invece a Veroli siamo stati ospiti, a cena, a dormire e prima colazione, di un grande amico dei pellegrini: Francesco. Ci ha ospitato nella sua casa, ci ha preparato la cena, ci ha parlato di Veroli, della sua cultura, delle sue tradizioni, dei suoi problemi. Una persona squisita.
Camminando durante le giornate abbiamo incontrato lunga la strada persone veramente gentili. Tra Colleferro e Anagni abbiamo incontrato Giuseppe, detto Pino, che ha fatto il Cammino di Santiago e a tutti i costi ha voluto che entrassimo in casa sua, ha chiamato sua mamma Regina, siamo stati a parlare un'oretta, ci ha offerto un caffè, e alla fine Regina ci ha dato due uova sode a testa.
A S. Anna vicino a Verole abbiamo incontrato Daniele, Annamaria, il loro figlio Francesco, e la mamma Antonietta, ci hanno offerto da bere, pasticcini, informazioni.
Sulla saluta di Veroli abbiamo trovato Giordano, con la sua cagnetta Naif, e oggi uscendo da Veroli abbiamo incontrato Miriana, sua compagna di scuola.
E poi a Monastero di Casamari abbiamo trovato Giovanni e Nicola, che preparavano l'ulivo per domani, e poi Emanuele che ha un negozio di alimentari.
E a Boccafolle abbiamo trovato Alessio con i suoi genitori, che si è interessato tantissimo di quello che stavamo facendo e ha voluto sapere tutto sui cammino.
E dopo Boccafolle, vicino al guado ,  c'è la famiglia di  Enzo, un grande amico del cammino, la moglie Antonella, la figlia Lorena con le nipotine Chiara e Valeria e Loreto in arrivo a luglio.
E con tutti dei bei discorsi.

lunedì 18 marzo 2013

ROMA, con la pioggia e con il sole

Ieri sono arrivato a Roma, la prima tappa intermedia nel mio cammino verso Gerusalemme.
Sono partito da La Storta, 18 km da piazza S.Pietro, alle sette e a un quarto alle undici ero in vista del colonnato di S.Pietro. Moltissima gente, una marea. Per entrare in piazza si devono passare i metal-detector, La ressa era talmente tanta che in mezz'ora di fila sono avanzato solo di cinque metri; io e tutti gli altri che aspettavamo ormai disperavamo di riuscire a entrare nella piazza. E allora hanno fatto forse l'unica cosa sensata che potevano fare: hanno tolto i metal-detector e hanno aperto il carco e cosi la gente è potuta entrare tranquillamente.
Mi sono sistemato in mezzo alla piazza ed ho aspettato il primo Angelus del nuovo Papa.
La finestra dalla quale si affaccia è lontanissima, si vede solo una figura vestita di bianco che si affaccia, e poi si sente la voce.
Alla fine, dopo il discorso e la benedizione, ha augurato a tutti buona giornata e buon pranzo; e allora mi sono tirato fuori il panino del giorno prima e me lo sono mangiato, visto che per la fretta di arrivare in tempo, non avevo neanche fatto colazione.
Tanta gente, veramente tata gente, e non mi è neanche passato per la mente di entrare in basilica, vista la fila.
Sono andato all'ostello dei pellegrini, lo Spedale della Confraternità di S.Jacopo, ubicato presso un monastero; ampio, tenuto bene, pulito.
Ma quello che colpisce di più è l'accoglienza che fanno gli ospitaleri: ci si sente accolti, tra amici.
E la cosa che più colpisce è che per marcare questo spirito di accoglienza, i pellegrini vengono accolti con il lavaggio dei piedi: l'ospitalero mi ha lavato i piedi, asciugati e baciati in segno di ospitalità, accoglienza. Vero spirito fraterno.
Mi ha accolto Nicola, un ragazzo di trent'anni, che poi alla sera mi ha preparato la cena, e ha cenato assieme a me.
Oggi l'ho dedicato a visitare un po Roma, però sotto una pioggia insistente. Nel pomeriggio si è schiarito.
Oggi è arrivato Giovanni, e domani si riparte, per la seconda tappa intermedia: Bari, che dovremmo raggiungere tra una quindicina di giorni    

martedì 12 marzo 2013

ACQUAPENDENTE 12 marzo 13

Beh  ! oggi è stata diversa, non c'è stata la pioggia, anche se ci sono state delle nuvole, e camminare senza pioggia è tutta un'altra cosa.
A Radicofani me la sono presa con calma, tanto oggi erano solo 23 km, ho fatto colazione nel bell'ostello della Confratenita di S.Giacomo di Perugia, dove ero da solo, e poi dopo le nove sono partito,
Sembrava di essere a ferrara i Novembre: nebbia fitta e umido; siamo sopra i settecento metri e eravamo in nube. Poi scendendo l'orrizonte si è allargato e mi sono goduto la bella strada sterrata su crinale che scende fino alla statale Cassia; otto km di riposo e ristoro per gli occhi e il cuore.
E poi un pezzo di statale e alla fine la salita ad Acquapendente. Devo scoprire perchè si chiama cosi.
L'ostello messo a disposizione dalla Confraternità di S.Rocco è abbastanza spartano; anche qui sono da solo, non c'è la cucina e cosi andrò al ristorante. E non c'è neanche il riscaldamento, ma ci sono diverse coperte: sopra il sacco a pelo me ne dovrà mettere tre/quattro.
Ma il morale è alto, mi sento bene e cammino con piacere. Domani si va a Montefiascone, 35 km, per i cultori del vino qui c'è il famoso vino EST EST EST. Ma io sono astemio.

lunedì 11 marzo 2013

A VOLTE E' BELLO A VOLTE E' BRUTTO

Quando sono partito questa mattina da S.Quirico d'Orcia era una bella giornata, cielo azzurro e qualche nuvola bianca primaverile. Faceva addirittura caldo, tanto è che quasi subito mi sono dovuto fermare per togliere qualche cosa. Attorno a me il paesaggio bellissimo della Val d'Orcia: dolci colline coltivate a grano, ora di colore verde, crinali delle colline sormontati da fattorie e costruzioni, filari di cipressi che si stagliano nel cielo. Questa è la terza volta che passo da queste parti, e ogni volta rimango stupito dalla bellezza del paesaggio. Non per niente i ricchi turisti americani, inglesi, tedeschi .... vengono da queste parti.
Ieri mi ha telefonato Valeria e fra le altre cose mi ha detto che da queste parti c'è un bel paesino: Bagni San Filippo. Ho controllato sulla carta ed ho scoperto che avrei potuto visitarlo, facendo una deviazione di tre più tre chilometri. Anche se la tappa di oggi era sopra i trenta chilometri ho deciso di fare la deviazione. Nuvoloni nerissimi erano davanti a me e sono sato molto indeciso, però alla fine sono andato.
A metà della salita sono incominciati goccioloni grossissimi, da temporale; appena il tempo di ripararmi sotto un albero, per mettermi l'attrezzatura da pioggia, ed è incominciato a grandinare. Ho cercato di mettermi mantella e ghette più in fretta possibili; ho aspettato un po , fino a che ha finito di grandinare e sono ripartito, cioè ritornato indietro per riprendere la strada verso la meta di oggi.
La meta di oggi è RADICOFANI, un paese al confine tra Toscana e Lazio; e per arrivarci c'è una lunga salita di dieci chilometri, e la pioggia mi ha accompagnato per tutte le due ore e mezzo di salita; a volte intensa, a volte meno, ma sempre pioggia era.
Sono arrivato, con le mani intirizzite dal freddo, però con stato d'animo abbastanza buono.
La sistemazione è ottima, è un ostello per pellegrini nuovo, accogliente, con cucina.
Lungo il percorso sono da solo, non ci sono altri pellegrini, negli ostelli non c'è nessun altro, però sto bene: alla sera mi preparo la cena, mangio da solo e mi godo il bel silenzio e la solitudine. C'è pace e tranquillità e questo mi piace. Avevo timore che la solitudine mi pesasse, ed invece mi trovo e ci sto bene: sopratutto perchè è una solitudine interiore, del cuore, ma semplicemente essere solo con me stesso.

martedì 5 marzo 2013

Prima di Loiano

Loiano, e' stata durissima !

Verso la Raticosa

Meno male che c'era bel tempo

Giapponese, in bici da Roma a Venezia
Le strade sono fatte per le macchine. Le città sono fatte per le macchine. E per  l'uomo non c'è posto.
Camminare a piedi lungo le strade è molto difficile, bisogna avere cento occhi ed essere sempre attenti. Nelle città la precedenza è per le macchine, il pedone viene dopo.
Sono a Firenze, con la pioggia; sono partito da S.Piero a Sieve, ed è stata una giornata buona, non troppo faticosa.
Sono partito giovedi scorso da Ferrara, i primi due giorni in pianura sono andati abbastanza bene.
Poi sono incominciate le salite. Attraversare gli Appennini è stato duro, molto duro, ho avuto la fortuna di incontrare bel tempo, diversamente credo che non sarei riuscito a farcela.
Da Bologna a Loiano è stata la giornata più dura in assoluto (finora), non arrivavo mai, sono arrivato che ero veramente sfinito, non ne avevo più da spendere. Le strade erano pulite, ma ai lati c'èra le neve accumulata dagli spazzaneva, che non lasciava possibilità di spostarsi dalla sede stradale.  C'era quasi un metro di neve.
A Loiano c'erano zero gradi, il giorno dopo a Firenzuola eravamo a meno due.
Però sulla strada per S.Piero a Sieve, dopo svalicato il Passo del Giogo di Scarperia la situazione è completamente cambiata: mano a mano che scendevo ho trovato sempre meno neve e una temperatura gradevole.
Sta andando bene, il fatto di essere solo, fino a Roma, non mi pesa più di tanto: cammino guardandomi intorno, lascio la mente vagare chissà dove, cerco di rilassarmi.
Alla sera però mi manca qualcuno con cui scambiare un'opinione, instaurare un discorso, avere un contradditorio.